Autore: antoniodeangelis

IL MESSAGGERO del 2 novembre 2001

mess01articolo da: IL MESSAGGERO del 2 novembre 2001
di Re. Sp.

Applausi romani per i Three Tono sul palcoscenico di “Flautissimo”

A Pescara può capitare di incontrarli nei locali d’atmosfera del centro storico
e di scambiarci quattro chiacchere come si fa tra vecchi amici. Ma quando i Three TONO – così si chiama il loro gruppo – si ritrovano sul palcoscenico di una sala concerti, i loro volti quasi trasfigurano, con i lineamenti che rivelano l’ispirazione, le mani che sprigionano talento puro. Gli applausi scroscianti sono solo la logica conseguenza della loro preparazione: e di applausi, il flautista Marco felicioni, il pianista Antonio de Angelis ed il violoncellista Federico Perpich, ne hanno ricevuti tanti alla rassegna “Flautissimo” che nei giorni scorsi all’Acquario romano (27 e 28 ottobre a Roma) ha visto alternarsi musicisti, ed in particolare flautisti da tutto il mondo, compresi mostri sacri del calibro di Emmanuel Pahud dei Berliner Philharmoniker o Benoit Fromanger, solista dell’Opéra di Parigi, o Raimond Guiot. Davanti ad un pubblico numeroso e competente il terzetto pescarese ha proposto brani celebri di Pastorius, ma anche di Gershwin e Petrucciani, scelti tra quelli appena pubblicati nel loro ultimo cd intitolato “Photos”.
Per Antonio de Angelis. il simposio di “Flautissimo” ha regalato una soddisfazione in più; quella di dirigere, nell’esecuzione in prima assoluta di un brano di sua composizione, un quartetto di flautisti riuscito ad affermarsi nel concorso, ottenendo il primo premio.

2003-04 © antoniodeangelis.it – tutti i diritti riservati


IL MESSAGGERO del 27 settembre 2003

articolo da: IL MESSAGGERO del 27 settembre 2003

Classico e jazz, gustoso cocktail in castello

UDINE. L’anno accademico 2003/2004 dell’Università delle Liberetà è stato inaugurato l’altra sera in Castello nel salone del Parlamento gremito di pubblico con un concerto in felice equilibrio tra tradizione classica e jazz, intitolato Prestiti, licenze, citazioni e tenuto nell’ambito del Convegno internazionale sull’educazione permanente. Protagonisti del riuscito appuntamento con una letteratura preziosa e poco visitata, al confine tra due mondi espressivi di grande presa e fascino, sono stati la flautista udinese Luisa Sello, concertista di grande talento e scuola, dotata di ottime risorse tecniche e qualità interpretative, e l’affiatato Trio jazz, formato dalla pianista Cinzia Gizzi, bravissima nel controllo del tocco e dei colori, dal noto contrabbassista Attilio Zanchi, che si è apprezzato per la sua trascinante musicalità, e dal batterista e fine musicologo Marco Maria Tosolini, che ha anche introdotto, in inglese ed in italiano, con interessanti note storico-critiche il concerto. In apertura è stata eseguita la Marion’s Suite per flauto e trio jazz brano piacevolissimo e coinvolgente, nel suo linguaggio di sorgiva freschezza, del noto compositore e virtuoso di flauto francese Raymond Guiot, già maestro della Sello, che si è poi ammirata nel sognante e vario Sky’s flowers di Antonio De Angelis trovando un’eccellente interlocutrice nella Gizzi. Calorosissimi quindi i consensi per LiberTango e Tango squalo ammalianti gioielli coreutici di Astor Piazzolla. La seconda parte è stata introdotta da Luiza, toccante pagina cameristica soffusa di echi romantici, dello statunitense Tom Jobin, per concludersi con la Suite per flauto e trio jazz del francese Claude Bolling, centrata nelle scelte dinamiche e agogiche nei movimenti Baroque and blue, Sentimentale, Irlandese e Veloce, punto d’incontro, nel suo eclettismo, tra Europa ed America. Caldi gli applausi al termine per i validi interpreti ed un bis con il Finale dalla Suite di Guiot.

Renato della Torre

2003-04 © antoniodeangelis.it – tutti i diritti riservati


Il Gazzettino Online il quotidiano del NordEst Domenica, 28 Settembre 2003

sel1articolo da: Il Gazzettino Online il quotidiano del NordEst Domenica, 28 Settembre 2003

Quando il flauto si prende licenze

Udine “Licenze, citazioni e prestiti musicali”, una serata a tema che ha riassunto il romanticismo di Chopin, la passionalità di Piazzolla e un pizzico di spensierato ragtime in gustosissime pagine jazzistiche.Deus ex machina della serata inaugurale dell’Anno Accademico dell’Università delle LiberEtà è stata la flautista Luisa Sello , fucina di idee, solista di talento, profonda conoscitrice del variegato panorama musicale novecentesco ma non solo. All’insegna delle contaminazioni tra linguaggio accademico e linguaggio jazz, il concerto si è rivelato decisamente accattivante, in un Salone del Castello non a caso gremito di un pubblico attento e caloroso.A fianco della Sello , che si è confermata una delle punte di diamante del concertismo friulano, sono stati apprezzati la pianista romana Cinzia Gizzi (perfezionatasi alla Berklee di Boston), il contrabbassista Attilio Zanchi (allievo di Dave Holland e concertista di fama internazionale, ha collaborato fra gli altri con Peter Erskine), tutti e tre docenti al Conservatorio di Trieste, e il musicologo Marco Maria Tosolini, docente al Conservatorio di Udine, alla batteria.
Il concerto si è svolto nell’ambito del Convegno internazionale di Studi sull’Educazione organizzato proprio in questi giorni dalla stessa Università e si è aperto con la gradevole Marion’s Suite di Raymond Guiot, il cui finale è stato poi replicato a viva richiesta. Flauto e pianoforte quindi soli per la languida Sky’s Flowers di Antonio De Angelis e di seguito due tanghi di Astor Piazzolla, preceduti da un emozionante dialogo tra contrabbasso e batteria, che ha preparato il terreno al celeberrimo Liebertango. Le prime frasi del Valzer chopiniano op.34 n.2 si sono invece fuse come d’incanto con il tema della languida Luiza di Tom Jobim, in un programma conclusosi con la Suite for flute and trio jazz di Claude Bolling, geniale e trascinante nella costruzione delle melodie così come nei timbri dell’orchestrazione.

Daniela Bonitatibus

2003-04 © antoniodeangelis.it – tutti i diritti riservati


IL MESSAGGERO del 11 novembre 2003

mess03articolo da: IL MESSAGGERO del 11 novembre 2003

Pianista di successo

Pioggia di applausi a flautissimo 2003 per Antonio De Angelis, pianista e compositore abruzzese. Nell’ultima edizione della manifestazione romana sono state eseguite “Atomosfere”, una composizione di De Angelis per due flauti e pianoforte, e “Suiteaulos”, per 6 flauti e contrabbasso. Antonio de Angelis pubblica per Ricordi.

2003-04 © antoniodeangelis.it – tutti i diritti riservati


IL TEMPO del 14 novembre 2003

iltempo03articolo da: IL TEMPO del 14 novembre 2003
di Re. Sp.

Flautissimo celebra a Roma le pagine di De Angelis

Ha affidato la sua vena alla voce del flauto, e i risultati gli hanno dato pienamente ragione.
Antonio De Angelis, pianista e compositore, ha riscosso plauso e apprezzamenti a Roma nell’ambito della manifestazione Flautissimo 2003. In tale sede ha presentato i brani “Atomosferiche” per due flauti e pianoforte “Suiteaulos” per sei flauti e contrabbasso, con solisti del calibro di Raymond Guiot e Angelo Persichilli.
De Angelis non é nuovo alla platea romana e alle iniziative dell’Accademia italiana del flauto, per la quale ha presentato “Sky’s flower” (nel 2001, con l’autore al pianoforte e Guiot strumento solista) e “Running” per 4 flauti. Da tre anni pubblica per la casa editrice Riverberi Sonori, per la quale è diventato un sicuro punto di riferimento. Di solida formazione classica, ma dai molteplici interessi musicali che spaziano dal repertorio colto al jazz al leggero d’autore. Antonio De Angelis concilia la carriera concertistica con quella conpositiva, esibendosi sia in qualità di solista sia in diverse formazioni da camera. Suoi brani sono regolarmente inseriti in repertorio in festival internazionali, grazie alla considerazione da parte di interpreti come Oliva, fromanger, Pahud, la Sello e i già ricordati Guiot e Persichilli.

2003-04 © antoniodeangelis.it – tutti i diritti riservati


IL GAZZETTINO del 18 febbraio 2004

rec1articolo da: IL GAZZETTINO del 18 febbraio 2004

CONTAMINAZIONI PER FLAUTO E TRIO JAZZ

Si intitola “relazioni pericolose” il concerto che la flautista udinese Luisa Sello, affiancata dal Trio Jazz (Cinzia Gizzi al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabasso e Marco Maria Tosolini alla batteria) terrà domani, alle 17, nell’aula 7 di palazzo Antonini dell’Università di Udine, con replica venerdì, alle 21, nella sala consiliare del Municipio di Campoformido.
Luisa Sello proporrà a studenti e docenti dell’Università friulana, nell’ambito del progetto Cittàteneo, un percorso a tema, testimonianza di una cultura legata ormai indiscutibilmente alla ricerca di nuovi codici, coerente con le esigenze dell’attuale “surmodernità”.
“Presenteremo – spiega l’artista – un programma per flauto e trio jazz inconsueto, accattivante e provocatorio, atto a rompere quella linea di demarcazione che caratterizza stili e settori musicali e teso, invece, a ricercare tutti i prestiti e le citazioni che i generi accademici, e no, hanno respirato nelle contaminazioni passate”. “Relazioni pericolose” presenterà infatti la Suite di Claude Bollling, due tanghi di Astor Piazzolla, “Luiza” di Tom Jobim, “Marion’s Suite” di Raymond Guiot e “Sky’s flower” di Antonio De Angelis.

rec2tratto dal Depliant  “Relazioni Pericolose”

Un Jazz “classico”?

Esiste un jazz “classico”? probabilmente no, forse solo mainstream e non è la stessa cosa. Tuttavia, nel ricchissimo mondo sincretico e multistilistico della musica di matrice afroamericana vi è spazio anche per delle liasons dangerouses  (“relazioni pericolose” e rassicurante al tempo stesso) che emergono dalle poetiche di autori colti attratti dalle suggestioni espressive della musica nata negli Stati Uniti all’inizio del Novecento. Se si pensa poi che il fascino delle blue notes e di quei dispositivi stilistici misti che impreziosiscono specularmente i linguaggi che si fondono vedono, nel concerto qui proposto, il flauto come “traccia” si coglie un elemento di ulteriore interesse. Le opere di quattro autori fra loro assai diversi – Guiot, De Angelis, Piazzolla, Bolling – tutti accomunati per l’attenzione sensibile alla “Lingua del jazz” magnificano da un lato uno strumento poco presente nell’ambito afroamericano e molto in quello colto europeo, dall’altro lo nutrono delle seducenti sonorità del tipico minimal combo formato dalla ricca “ritmica” al pianoforte, contrabasso e batteria.

Marco Maria Tosolini

2003-04 © antoniodeangelis.it – tutti i diritti riservati


SYRINX n° 61 – luglio/settembre 2004

syrinx612 syrinx61articolo tratto da: SYRINX n° 61 – luglio/settembre 2004

Due parole con  Antonio de Angelis

Un grande successo all’ultima edizione di Flautissimo, quando sul palco del nuovo Auditorium di Roma si sono trovati sei flautisti (Persichilli, Guiot, Ghiani, Bonvino, Marta Rossi, Saladino) e il contrabbassista Gianlca Renzi per eseguire un suo brano dal sapore jazz. Ed è proprio una vena jazzistica che contraddistingue la musica del pianista abbruzzese, che ha raccontato brevemente a Syrinx il suo percorso musicale.

Tra classico e jazz: come è arrivato a questo binomio?
Sono diplomato in pianoforte e in jazz, rispettivamente presso il Con- servatorio di Firenze e dell’Aquila con il massimo dei voti. Da autodidatta mi sono interessato anche alla composizione tradizionale. Riconosco nella scuola una buona impostazione di base ma l’esperienza più significativa l’ho fatta praticando e soprattutto ascoltando (vedi trascrizioni…) tutti i generi musicali, cercando di apprendere il mestiere, anche sbagliando strada.
Ho suonato, scritto e arrangiato di tutto e oggi più che mai questo mi torna utile. Finalmente anche le istituzioni si stanno allineando ai nostri tempi, introducendo nei loro programmi materie che fino a qualche anno fa sembravano spettri e chimere (scuola di jazz e dipartimenti, popular music, musica applicata alle immagini, marketing, informatica, laboratori orchestrali di vario genere) insomma tutto dò che fa risvegliare l’interesse generale dell’utenza proiettata una volta per tutte verso questo periodo storico. La base classica per me rimane assolutamente di primaria importanza, deve essere però rinnovata dalla conoscenza e dalle competenze attuali, altrimenti si rischia di guardare troppo indietro.

Lei ha dedicato al flauto molti brani e da anni collabora con il fIautista Marco Felicioni… C’è una predilezione per questo strumento?
E’ stato il primo strumento che mi è passato fra le mani (il flauto dolce nella scuola media). L’avrei voluto studiare. Il destino, invece, ha voluto che suonassi il pianoforte. Stranamente, però, nel corso della mia vita, mi sono ri- trovato sempre a suonare con fiautisti, fino a quando è iniziata una collaborazione più seria con Marco Felicioni, attualmente pr mo flauto del teatro Marrucino di Chieti. E’ stato per me un punto di riferimento importante per la conoscenza più approfondita del flauto, delle sue caratteristiche tecniche ed espressive. La sua personalità, “impura”, così come la mia, fa di Marco un esecutore curioso e attento a tutte le manifestazioni della sfera musicale, dalla classica in primis al jazz, dalla etnica alla musica brasiliana passando per lo sperimentalismo più radicale della musica contemporanea e così via. Insieme abbiamo registrato Photos, un CD che mette a fuoco tutte le nostre passioni musicali. Dimenticavo il terzo partner, il bravo Federico Perpich al violoncello, plagiato per l’occasione a nostra immagine e somiglianza.

Tra classico e jazz: come è arrivato a questo binomio?
Sono diplomato in pianoforte e in jazz, rispettivamente presso il Con- servatorio di Firenze e dell’Aquila con il massimo dei voti. Da autodidatta mi sono interessato anche alla composizione tradizionale. Riconosco nella scuola una buona impostazione di base ma l’esperienza più significativa l’ho fatta praticando e soprattutto ascoltando (vedi trascrizioni…) tutti i generi musicali, cercando di apprendere il mestiere, anche sbagliando strada. Ho suonato, scritto e arrangiato di tutto e oggi più che mai questo mi torna utile. Finalmente anche le istituzioni si stanno allineando ai nostri tempi, introducendo nei loro programmi materie che fino a qualche anno fa sembravano spettri e chimere (scuola di jazz e dipartimenti, popular music, musica applicata alle immagini, marketing, informatica, laboratori orchestrali di vario genere) insomma tutto ciò che fa risvegliare l’interesse generale dell’utenza proiettata una volta per tutte verso questo periodo storico. La base classica per me rimane assolutamente di primaria importanza, deve essere però rinnovata dalla conoscenza e dalle competenze attuali, al- trimenti si rischia di guardare troppo indietro.

E sulle composizioni dedicate a questo strumento cosa ci dice?
Spesso capita di dover riadattare i miei lavori per un organico diverso da quello originale. La curiosità di Stefano Cioffi, che ringrazio per la fiducia e la collaborazione per me è uno stimolo sempre nuovo. Sono particolarmente legato a Sky’s flowers per flauto e pianoforte. Angelo Persichilli, Luisa Sello, Andrea Oliva, Raymond Guiot, Benoit Fromanger, Emmanuel Pahud e altri fiautisti meno noti ma altrettanto bravi lo inseriscono regolarmente nei loro concerti. Running, al contrario, non aveva un organico specifico, l’ho adoperavo tipo standard jazz, tema-improvvisazione-tema. Cioffi mi ha proposto una versione per quattro flauti, anche questa pubblicata. I due lavori sono documentati sui CD di Syrinx rispettivamente vol.9 e 11, registrati nell’ambito di Flautissimo 2001.

La prossima pubblicazione?
Atomosfere, per flauto, flauto alto e pianoforte eseguita e registrata per “Flautissimo” 2003. Ai flauti c’erano Persichilli e Guiot, al pianoforte Tonino Riolo. Una bella soddisfazione! Sto lavo- rando anche per i ragazzi. Dovrebbe uscire fra qualche mese, per il settore didattico, Bluesound dedicato ai piccoli musicisti, diciamo un secondo-terzo anno di strumento. Si tratta di otto brevi pezzi in stile blues per flauto, violino, pianoforte o chitarra con CD allegato. Credo sia un’alternativa divertente da considerare parallelamente agli studi
tradizionali.

Come si è trovato a Flautissimo, il mondo del flauto, insieme a grandi musicisti che hanno eseguito i suoi brani?
In parte ho già risposto prima, naturalmente benissimo! Sono rimasto colpito dall’organizzazione di Flautissimo, curata nei minimi particolari, e per l’estrema professionalità dei musicisti.
Personalmente ricordo con emozione l’esecuzione dal vivo di Sky’s flowers all’Acquario romano insieme a Raymond Guiot. Abbiamo provato il pezzo una sola volta la sera prima. Il giorno dopo è filato tutto liscio, come se ci conoscessimo da tempo. Ricordo con piacere le quattro valentissime vincitrici del concorso Gazzelloni, Marta Rossi, Barbara Martinetto, Alessandra Darlo e Francesca Procopio, alle prese con Running. Non era poi così facile. Brave anche a loro.

Come coniuga, nei suoi brani, la vena jazz con quella classica?
Non so. Credo che le due cose confluiscano naturalmente nel mio dna alimentandosi a vicenda. Di sicuro l’aver ascoltato e allo stesso tempo praticato molti generi musicali ha nutrito il mio inconscio. Da lì faccio risalire le mie emozioni, le mie intuizioni. Volutamente cerco di non essere prolifico, potrei farlo, ma cadrei nella routine. Quando non ho niente da dire preferisco mettermi a lavorare sugli arrangiamenti, non sulle composizioni originali. Affino la tecnica e l’organizzazione mentale di cui ho molto bisogno, essendo caratterialmente istintivo. Cerco di ascoltare i suoni nella mia testa, di catturare l’emozione improvvisando al pianoforte uno stralcio di tema, anche un semplice accordo. Vado avanti. ..ma devo essere interessato a farlo. Poi comincio a ragionarci sopra, ad organizzare e a speculare sulla mia idea, che rincorro fino alla fine. Mai lasciarsi crogiolare troppo dalla tecnica e dalle regole. Si rischia di non far passare il messaggio più profondo. Lo so è difficile; la cosa più importante per me, come per tutti, è raccontare un’emozione sperando che il mio pensiero arrivi sempre al cuore della gente.

2003-04 © antoniodeangelis.it – tutti i diritti riservati


Il Messaggero – 28 novembre 2006

admess2006articolo tratto da: Il Messaggero – 28 novembre 2006

Il teatino Antonio De Angelis vince il Roland Piano Festival

Antonio De Angelis di Chieti è il vincitore dell’edizione 2006 del concorso Roland Piano Festival. Si è conclusa con un grande successo di pubblico la finale del concorso Piano Festival edizione 2006 che si è tenuta nei giorni scorsi al Ca’ Bianca di Milano.

I sei finalisti si sono esibiti, ascoltati e giudicati da una giuria di professionisti formata da Enrico Intra, Massimo Sgarbi, Giuseppe Rausa, Filippo Michelangeli, Sergio Scappini e Bruno Barbini.
Provenienti da tutta Italia, hanno presentato un programma di dieci minuti nei quali hanno potuto dare dimostrazione non solo delle loro capacità pianistiche ma soprattutto della loro capacità di arrangiare i brani scelti in maniera originale e personale. Vincitore è risultato, per unanime parere dei giurati, Antonio De Angelis, che ha stupito per maestria e gusto musicale. Il vincitore si è aggiudicato un pianoforte Roland. Inoltre De Angelis è stato invitato il 7 dicembre a Budapest per esibirsi nel corso della finale dell’edizione ungherese dello stesso concorso.

2003-07 © antoniodeangelis.it – tutti i diritti riservati


Il centro d’Abruzzo – 30 novembre 2006

adfacentro2006Articolo tratto da: Il centro d’Abruzzo – 30 novembre 2006
Il pianista De Angelis vince il Roland Piano Festival

Chieti. lusinghiera affermazione al “Roland Piano Festival” 2006 di Antonio De Angelis, di Chieti. Nello scenario della Ca’ Bianca di Milano si sono esibiti sei finalisti, ascoltati e giudicati da una giuria di professionisti formata da Enrico Intra, Massimo Sgarbi, Giuseppe Rausa, Filippo Michelangeli, Sergio Scappini e Bruno Barbini. Il pubblico durante l’intervallo è stato chiamato a votare il preferito che si è potuto aggiudicare così due punti in più rispetto a quelli derivanti dal voto della giuria. E infine il vincitore della rassegna musicale è stato, per unanime parere dei giurati Antonio De Angelis, il pianista teatino che si è aggiudicato un pianoforte Roland modello HP-109 del
valore di 7.000 euro.

2003-07 © antoniodeangelis.it – tutti i diritti riservati