articolo da: IL MESSAGGERO del 27 settembre 2003

Classico e jazz, gustoso cocktail in castello

UDINE. L’anno accademico 2003/2004 dell’Università delle Liberetà è stato inaugurato l’altra sera in Castello nel salone del Parlamento gremito di pubblico con un concerto in felice equilibrio tra tradizione classica e jazz, intitolato Prestiti, licenze, citazioni e tenuto nell’ambito del Convegno internazionale sull’educazione permanente. Protagonisti del riuscito appuntamento con una letteratura preziosa e poco visitata, al confine tra due mondi espressivi di grande presa e fascino, sono stati la flautista udinese Luisa Sello, concertista di grande talento e scuola, dotata di ottime risorse tecniche e qualità interpretative, e l’affiatato Trio jazz, formato dalla pianista Cinzia Gizzi, bravissima nel controllo del tocco e dei colori, dal noto contrabbassista Attilio Zanchi, che si è apprezzato per la sua trascinante musicalità, e dal batterista e fine musicologo Marco Maria Tosolini, che ha anche introdotto, in inglese ed in italiano, con interessanti note storico-critiche il concerto. In apertura è stata eseguita la Marion’s Suite per flauto e trio jazz brano piacevolissimo e coinvolgente, nel suo linguaggio di sorgiva freschezza, del noto compositore e virtuoso di flauto francese Raymond Guiot, già maestro della Sello, che si è poi ammirata nel sognante e vario Sky’s flowers di Antonio De Angelis trovando un’eccellente interlocutrice nella Gizzi. Calorosissimi quindi i consensi per LiberTango e Tango squalo ammalianti gioielli coreutici di Astor Piazzolla. La seconda parte è stata introdotta da Luiza, toccante pagina cameristica soffusa di echi romantici, dello statunitense Tom Jobin, per concludersi con la Suite per flauto e trio jazz del francese Claude Bolling, centrata nelle scelte dinamiche e agogiche nei movimenti Baroque and blue, Sentimentale, Irlandese e Veloce, punto d’incontro, nel suo eclettismo, tra Europa ed America. Caldi gli applausi al termine per i validi interpreti ed un bis con il Finale dalla Suite di Guiot.

Renato della Torre

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